Questa mattina, recitando le Lodi, impegno che mi son preso per questa Quaresima, mi sono imbattuto, come lettura breve, nel famoso brano di Isaia (58, 4-6) di quale sia il digiuno preferito da Dio. Chissà quante volte l'avrò e l'avrete letto, e tutte le volte mi sono soffermato sull'aspetto di rimprovero: inutile digiunare, cospargersi il capo di cenere, inventarsi strane forme di penitenza: praticate la giustizia. Ma questa volta mi ha colpito proprio la parte in "positivo"; perché vi ho letto un chiaro invito all'impegno politico. Sì, proprio politico. Non si limita a dire libera tu coloro che sono oppressi da te, sciogli i legami che tu hai fatto, ma conclude con il dovere a "spezzare ogni giogo"; e che cosa è questo se non un invito ad impegnarsi nella politica, nel sindacato, nell'associazionismo per costruire un mondo dove sia bandito lo sfruttamento, diretto e indiretto?
Dunque non basta che tu ti senta personalmente a posto: non ho servi, non costringo nessuno a servirmi, dò la giusta paga ai miei dipendenti, sempre che ne abbia; magari i più solerti vanno anche più a fondo e cercano di eliminare ogni loro compartecipazione alla violenza "indiretta"; ma qui si chiede di andare oltre.
Questo dunque l'imnpegno che dovrebbe scaturire dalla Quaresima: partecipare alla costruzione di una società inclusiva, sostenibile, dove i rapporti tra gli uomini siano alieni da ogni forma di sfruttamento: una volta questo si chiamava socialismo; oggi, anche per colpa di chi quel nome l'ha infangato con pessime pratiche realizzative, è diventata una parolaccia. E che dire della tanto vituperata politica, anch'essa con una perdita di senso. Occorre riscoprirne il significato originale: l'impegno a rendere il mondo che ci circonda migliore.
Dunque pratichiamo con ardore ed entusiasmo questa forma di "digiuno" gradita a Dio.