Dunque il verde Alexander
Van der Bellen ce l’ha fatta; per ora l’Europa “è salva”: per il “rotto
della cuffia” come si suol dire: poco più di 31000 voti il distacco che lo
separa dal leader della destra xenofoba e populista, meno dell’1% di quanti
hanno votato.
Non mi unirò però a chi festeggia e fa salti di gioia per
questa vittoria, proprio perché non penso si possa parlare di vittoria; che un
popolo come quello austriaco sia disposto per metà a sostenere le tesi che qui
sono sostenute dai Salvini e Borghezio,
penso sia un fatto molto grave su cui val la pena di meditare. L’Europa è in
crisi, questo lo stanno ripetendo tutti, ma quello che è stucchevole è che la
classe politica dirigente attuale non sembra rendersene conto; o meglio non
hanno nessuna proposta per rimediare o superare questa crisi, continuando
testardamente in scelte politiche, economiche, sociali che si sono ampiamente
mostrate in capaci di uscire da questa crisi, quando non sono all’origine della
stessa.
La crisi non è dovuta solo, e, secondo me, neanche
principalmente, all’arrivo dei “migranti” o “profughi” come sarebbe più
corretto definirli; la crisi è soprattutto economico-sociale, culturale poi; le
classi medio-basse si sono impoverite negli ultimi 15 anni, dopo decenni di
miglioramenti; l’economia sembra essersi inceppata, provocando un alto tasso di
disoccupazione, un’intera generazione di giovani si trova in difficoltà e al
momento vive soprattutto grazie ai grossi risparmi accumulati dalle famiglie
(fino a quando questo sarà possibile?). C’è da meravigliarsi se in tale
situazione prosperano e si ingrandiscono movimenti e partiti di “opposizione”?
La sottile distinzione tra politiche perseguite dalle attuali classi dirigenti
dell’UE, che potrebbero anche essere cambiate, e esistenza dell’UE stessa non è
alla portata delle grandi masse attuali, del tutto spoliticizzate, tra l’altro.
Ora è tipico di momenti di gravi difficoltà sociali trovare “capri espiatori” a
cui addossare tutte le responsabilità; l’aumento del flusso dei “migranti” pone
certamente problemi di accoglienza, anche se il fenomeno andrebbe
ridimensionato alle sue dimensioni reali; ma questo poi viene visto, e
presentato, come il problema insolubile, dunque niente di più semplice che
scatenare la rabbia del “popolino” contro la “minoranza” di turno responsabile
della mancanza di lavoro, del taglio delle spese sociali, del terrorismo, della
delinquenza e dell’insoddisfazione esistenziale della gente. In questo marasma
chi propone le soluzioni più semplici, anzi, tanto più semplici quanto più
impossibili a realizzarsi, ha maggiore
ascolto. L’economia va male? Colpa dell’euro: basta uscirne. Ci sono troppi
migranti? Non facciamoli entrare. Inoltre manca una seria proposta alternativa
a questa situazione, manca del tutto un movimento popolare (unico vero antidoto
al “populismo”); chi protesta, chi si vuole oppore, quali soluzioni ha quando
si trova in cabina elettorale?
E’ significativo che in Austria l’unica alternativa
all’avanzata della destra è stata un candidato verde, attualmente
all’opposizione, fuori dalla classe politica tradizionale. E dire che ben poco si è detto proprio sul
tracollo di quelli che sono i rappresentanti delle due forze politiche che
guidano l’Europa, che sono al potere o insieme, o in una finta opposizione
reciproca, nella maggior parte d’Europa: popolari e socialdemocratici.
Poiché non vedo al momento soluzione ai problemi
sopracitati, nonostante la vittoria in Austria, non sono per nulla ottimista. I
populismi di destra stanno avanzando dovunque; fra un anno ci sono le elezioni
politiche in Austria, e quei 30000 voti di differenza potrebbero ribaltarsi,
poi avremo le presidenziali in Francia, mentre la destra populista è già al
potere in Ungheria e Polonia.
Insomma l’Europa non è per nulla salva. Le forze che si oppongono all’establishment attuale dovrebbero coordinarsi maggiormente, e proporre un programma globale alternativo credibile, ma si può ragionevolmente sperare che verdi, podemos, siryza, M5S e simili si troveranno mai insieme? Non rispondo per non cadere in depressione, ma rimane il gridolasciatoci da un vecchi partigiano francese: Indignatevi!
Insomma l’Europa non è per nulla salva. Le forze che si oppongono all’establishment attuale dovrebbero coordinarsi maggiormente, e proporre un programma globale alternativo credibile, ma si può ragionevolmente sperare che verdi, podemos, siryza, M5S e simili si troveranno mai insieme? Non rispondo per non cadere in depressione, ma rimane il gridolasciatoci da un vecchi partigiano francese: Indignatevi!
È l’unica speranza
di salvezza.