giovedì 3 novembre 2022

Libero mercato dell'energia: chi ci guadagna?

 Mentre si parla in ogni dove, giornali, televisioni, social, di bollette e costi dell'energia che stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese in tutta Europa, mi sorgono in mente alcune domande.

Partiamo dall'inizio: il prezzo del gas è aumentato in misura abnorme da più o meno 1 anno a questa parte (360% il prezzo di riferimento stabilito dall'ARERA rispetto a un anno fa); mi si dice che questo dipende dalle quotazioni del mercato di Amsterdam, che però non è il mercato dove si scambiano il gas produttori e aziende del gas, ma un mercato finanziario dove operano solo agenti finanziari che quotano titoli cosiddetti "future" ossia una valutazione di quanto costerà il gas tra qualche anno. Queste fluttuazione hanno poco a che vedere con i reali costi del gas, di estrazione, manipolazione, commercio, ma sono solo speculazioni finanziarie.

Le ditte che ci riforniscono di gas il gas ce l'hanno stoccato e l'hanno pagato (e, mi dicono, in alcuni casi continuano a pagarlo) sulla base di contratti fatti in passato che non risentono ancora di questi aumenti speculativi; eventualmente ne risentiranno in futuro. Dunque queste aziende ci stanno vendendo del gas che hanno pagato 100 a 360, e dunque stanno facendo speculazione anhe loro.

E qui sorge la prima domanda: ma se anzichè avere il mercato libero fossimo ancora nella situazione degli anni '80-'90 in cui le aziende o erano contrallate dallo Stato o erano in regime di concessione con prezzi regolati dallo Stato, non avremmo un effetto molto più basso sul prezzo finale al consumo, più legato al prezzo reale a cui il gas è stato realmente comprato? Non avrebbero i poteri pubblici molte più possibilità di evitare l'effetto dirompente sulle famiglie e sulle imprese?

Si discute dell'intervento pubblico, ma questo, se ho capito bene, consisterebbe nel porre un limite ai costi delle bollette, ma non imponendo prezzi più bassi (ed equi) al prezzo dei fornitori di gas, ma accollandosi una parte delle bollette, ossia lo Stato pagherebbe una quota di queste bollette, garantendo comunque profitti speculativi alle ditte fornitrici di gas, ma alleviando il peso sulle famiglie. Ma questi soldi sono comunque soldi pubblici, ossia nostri, e dunque assisteremmo solo ad una specie di partita di giro.

Quello che è certo è che stiamo assistendo ad un grandioso e mondiale prelievo (io lo chiamerei furto, rapina) di risorse finanziaria dal popolo italiano, e non solo, che vanno nelle tasche di alcune imprese, poche, non solo russe o arabe, ma occidentali, come ENI, Total, ecc.

E' sempre successo che in tempi di guerra qualcuno si approffitta delle difficoltà di reperire beni necessario, ma venivano definiti "pescecani".

Mi sembra che tutto si vuol rimettere in discussione, si chiama la gente a fare sacrfici, ma il sacro principio del libero mercato rimane una sorta dogma assoluto indiscutibile. Volete la pace o il condizionatore acceso, ci si chiese qualche mese fa: non abbiamo nè la pace, sempre più lontana, nè il condizionatore (o riscaldamento) acceso, in compenso abbiamo un ulteriore balzo delle diseguaglianze sociali.

E se cominciassimo a pensare di cambiare?


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