giovedì 26 maggio 2016

Sulle elezioni austriache del 22 maggio 2016



Dunque il verde Alexander  Van der Bellen ce l’ha fatta; per ora l’Europa “è salva”: per il “rotto della cuffia” come si suol dire: poco più di 31000 voti il distacco che lo separa dal leader della destra xenofoba e populista, meno dell’1% di quanti hanno votato.
Non mi unirò però a chi festeggia e fa salti di gioia per questa vittoria, proprio perché non penso si possa parlare di vittoria; che un popolo come quello austriaco sia disposto per metà a sostenere le tesi che qui sono sostenute dai  Salvini e Borghezio, penso sia un fatto molto grave su cui val la pena di meditare. L’Europa è in crisi, questo lo stanno ripetendo tutti, ma quello che è stucchevole è che la classe politica dirigente attuale non sembra rendersene conto; o meglio non hanno nessuna proposta per rimediare o superare questa crisi, continuando testardamente in scelte politiche, economiche, sociali che si sono ampiamente mostrate in capaci di uscire da questa crisi, quando non sono all’origine della stessa.
La crisi non è dovuta solo, e, secondo me, neanche principalmente, all’arrivo dei “migranti” o “profughi” come sarebbe più corretto definirli; la crisi è soprattutto economico-sociale, culturale poi; le classi medio-basse si sono impoverite negli ultimi 15 anni, dopo decenni di miglioramenti; l’economia sembra essersi inceppata, provocando un alto tasso di disoccupazione, un’intera generazione di giovani si trova in difficoltà e al momento vive soprattutto grazie ai grossi risparmi accumulati dalle famiglie (fino a quando questo sarà possibile?). C’è da meravigliarsi se in tale situazione prosperano e si ingrandiscono movimenti e partiti di “opposizione”? La sottile distinzione tra politiche perseguite dalle attuali classi dirigenti dell’UE, che potrebbero anche essere cambiate, e esistenza dell’UE stessa non è alla portata delle grandi masse attuali, del tutto spoliticizzate, tra l’altro. Ora è tipico di momenti di gravi difficoltà sociali trovare “capri espiatori” a cui addossare tutte le responsabilità; l’aumento del flusso dei “migranti” pone certamente problemi di accoglienza, anche se il fenomeno andrebbe ridimensionato alle sue dimensioni reali; ma questo poi viene visto, e presentato, come il problema insolubile, dunque niente di più semplice che scatenare la rabbia del “popolino” contro la “minoranza” di turno responsabile della mancanza di lavoro, del taglio delle spese sociali, del terrorismo, della delinquenza e dell’insoddisfazione esistenziale della gente. In questo marasma chi propone le soluzioni più semplici, anzi, tanto più semplici quanto più impossibili  a realizzarsi, ha maggiore ascolto. L’economia va male? Colpa dell’euro: basta uscirne. Ci sono troppi migranti? Non facciamoli entrare. Inoltre manca una seria proposta alternativa a questa situazione, manca del tutto un movimento popolare (unico vero antidoto al “populismo”); chi protesta, chi si vuole oppore, quali soluzioni ha quando si trova in cabina elettorale?
E’ significativo che in Austria l’unica alternativa all’avanzata della destra è stata un candidato verde, attualmente all’opposizione, fuori dalla classe politica tradizionale.  E dire che ben poco si è detto proprio sul tracollo di quelli che sono i rappresentanti delle due forze politiche che guidano l’Europa, che sono al potere o insieme, o in una finta opposizione reciproca, nella maggior parte d’Europa: popolari e socialdemocratici.
Poiché non vedo al momento soluzione ai problemi sopracitati, nonostante la vittoria in Austria, non sono per nulla ottimista. I populismi di destra stanno avanzando dovunque; fra un anno ci sono le elezioni politiche in Austria, e quei 30000 voti di differenza potrebbero ribaltarsi, poi avremo le presidenziali in Francia, mentre la destra populista è già al potere in Ungheria e Polonia.
Insomma l’Europa non è per nulla salva. Le forze che si oppongono all’establishment attuale dovrebbero coordinarsi maggiormente, e proporre un programma globale alternativo credibile, ma si può ragionevolmente sperare che verdi, podemos, siryza, M5S e simili si troveranno mai insieme? Non rispondo per non cadere in depressione, ma rimane il gridolasciatoci da un vecchi partigiano francese: Indignatevi!
 È l’unica speranza di salvezza.