Ci è stata data una data: il 2029.
Entro quell’anno dobbiamo essere pronti per la grande guerra contro la Russia (e magari, perché no, anche contro la Cina). Qualcuno ha anche anticipato i tempi: 2 o 3 anni.
Forse è il caso che cominciamo a prendere un po’ più sul serio queste dichiarazioni: non si tratta più di minacce, sbruffonate, giochi di propaganda, ma di vera e propria programmazione. Troppe convergenze, e troppe scelte e decisioni politiche che vanno in quella direzione.
Provo a fare uno scenario, con il forte desiderio di poter essere smentito al più presto.
Oggi entrambi i contendenti, Russia e Ucraina sono stanchi. Una generazione di giovani ucraini e russi sta scomparendo; a noi non è dato sapere i numeri delle vittime; siamo la parte di mondo della democrazia e della trasparenza, ma le cose importanti ci vengono tenute nascoste, ed anche questo è un segnale preoccupante; secondo il NewYorkTimes a settembre scorso si parlava (fonti intelligence USA) di circa mezzo milione di morti tra militari e civili, russi e ucraini; oggi sono certamente di più: c’è stanchezza da entrambe le parti, ma particolarmente da parte ucraina, la popolazione ucraina è molto inferiore, inoltre la Russia ha riconvertito al militare la sua struttura industriale; è dunque probabile che continuando a questi ritmi la guerra, l’Ucraina si logori prima; i russi stanno avanzando, seppur lentamente; e poiché Putin è prepotente e vendicativo, se vede la possibilità di vincere non si fermerà di certo; a quel punto, se i russi dovessero sfondare ed arrivare nei pressi di Kiev, questo non sarà consentito dalla Nato e ci sarà l’intervento diretto; non ci sono molti dubbi sul fatto che le armi, la tecnologia, la macchina militare occidentale sia superiore a quella russa; come reagiranno i russi quando saranno respinti verso i loro confini? E’ probabile che, messi con le spalle al muro, ricorreranno all’arma atomica, magari tattica, dimostrativa, ma tant’è, sufficiente a scatenare la reazione NATO con successivo apocalisse.
Questa macchina infernale va fermata subito; prima che sia troppo tardi, e più si va avanti più sarà difficile fermarla. Non sembra che in questo momento ci siano intenzioni di farlo; si continua con le minacce, sempre meno credibili, e credute, per cui dall’una e dall’altra parte si comincia a pensare di metterle in atto.
Occorrerebbe un rifiuto generalizzato della guerra, che vada oltre la risposta ai sondaggi, diventi mobilitazione di massa.
I popoli europei hanno avuto l’occasione per manifestare la loro volontà di pace pochi giorni fa, con le elezioni; l’hanno buttata via, o standosene a casa, o addirittura affidandosi all’estrema destra, portatrice della stessa ideologia che tiene Putin al potere: dovevamo armare gli ucraini che combattessero per noi per respingere Putin fuori dall’Europa: ora abbiamo la guerra, e il “putinismo” vincente nei Paesi europei.
Quelli come noi, che invece non perdono occasione per manifestare il loro no alla guerra, continueranno a dare la loro testimonianza, ma dobbiamo andare oltre: essere capaci di suscitare un movimento di massa per la pace, in grado di essere più incisivo, che dia coraggio ai pacifisti di tutto il mondo, anche di Russia ed Ucraina.
Nonviolenti, pacifisti, volontari per la pace e la solidarietà, uniamoci, elaboriamo una strategia che ci porti ad unirci a tutte le forze sane di questa nostra Europa decadente che corre rassegnata verso la guerra, per fermare ed invertire la corsa: la pace, una nuova coesistenza pacifica, prima di tutto, il resto passa in second’ordine, senza chiedere perfezione né pedigree ideologici.
Agiamo ora, domani potrebbe essere troppo tardi.