Dunque di nuovo con un referendum costituzionale, il quarto negli ultimi 20 anni. Degli altri il primo, sulla riforma del titolo V, approvò la riforma; e ne è nato un gran pasticcio. Gli altri 2, quello voluto da Berlusconi e Bossi nel 2006, e quello di Renzi nel 2016, hanno, fortunatamente respinto le riforme proposte. Ed io spero vivamente, anche se temo che accadrà il conrario, che anche questo respinga la miniriforma proposta.
Intendiamoci, non credo proprio che la democrazia sia in pericolo; anche con 1/3 dei parlamentari in meno, la nostra rimarrà una repubblica democratica e le libertà non sono in forse, non per questo per lo meno.
Però sarà una democrazia un pò diversa dall'attuale.
Si sta passando, con un processo che è in corso da decenni, da un sistema in cui gli elettori scelgono i propri rappresentanti e questi si organizzano in partiti, ad uno dove gli elettori saranno chiamati a scegliere i partiti, e questi poi i deputati e senatori. L'effetto della diminuzione dei parlamentari, associato ad una legge elettorale che nega la possibilità di scegliere le persone, sarà quello di rafforzare le segreterie di partito; la rappresentanza sarà sempre meno territoriale e sempre più "globale".
E' una forma democratica anche questa, ma io preferisco l'altra, quella scelta dai nostri costituenti, che non per niente hanno creato una repubblica parlamentare e non presidenziale.
Altro elemento negativo di questa riforma è che il politico si allontana dai cittadini, e questo proprio mentre si dice che i problemi della politica sono proprio quelli della distanza tra cittadini e propri rappresentanti.
Si fanno parecchi numeri a vanvera ma siccome la matematica non è un'opinione oggi un deputato rappresenta circa 90000 cittadini, rapporto nella media dei paesi democratici europei; dopo la riforma circa 140000. Per il Senato questi numeri raddoppiano. E non ha senso sommare deputati e senatori come se fossero un tutt'uno. Se poco più di 960 parlamentari (630 deputati + 315 senatori eletti + 5 a vita + 1 o 2 ex presidenti, e i non eletti diventeranno più determinanti nel futuro senato) sono troppi, e lo sono, perchè non diminuire, o abolire i senatori, perchè è questa semmai l'anomalia italiana: avere 2 camere esattamente eguali, con identiche funzioni. Si dirà, ma questa riforma era quella voluta da renzi, che gli elettori hanno respinto. Ma questo non è proprio esatto: quella di Renzi sostituiva al senato eletto uno di nominati, ne cambiava le funzioni con una grande confusione, aumentava i poteri del governo, cambiava il Titolo V e ritoccava diversi altri articoli qua e là. E' tutto questo complesso di riforme che gli elettori hanno respinto, non l'abolizione o la differenziazione del senato.
Ma torniamo al referendum di domani. L'idea di punire la "casta" diminuendone i membri è semplicemente assurda. E' proprio di ogni casta rimanere chiusa, con pochi selezionati membri, in modo che i privilegi si dividono tra pochi.
Ai tempi del regime, all'entrata della camera dei fasci e delle corporazioni stava la scritta "qui si lavora, non si fa politica". Ed è questa mentalità sostenuta dalla poderosa corrente antipolitica, che oggi porta a chiedere il taglio dei parlamentari.
Ripeto non sarà il taglio dei parlamentari a rendere il nostro Paese meno liberale, ma non mi piace questa cultura antipolitica e ritengo che il deputato debba poter essere espressione di un territorio tale che si mantenga il legame coi suoi cittadini.
Per queste ragioni domani voterò con convinzione NO